Se l’infertilità colpisce solo la donna si parla allora di ovodonazione, mentre se colpisce l’uomo di fecondazione eterologa maschile.
Purtroppo, in Italia, a causa della normativa vigente, i donatori di gameti sono molto pochi, soprattutto se si parla di donatori femminili, considerando anche che per ottenerli è necessario sottoporsi a percorsi di stimolazione ovarica, che può risultare anche abbastanza pesante. Per questa ragione, è possibile anche affidarsi a centri esteri, come la nostra clinica Fertilab Barcelona.
Una volta ottenuti comunque i gameti, tutto il resto del percorso, dalla stimolazione ovarica all’impianto in utero, è uguale tra la fecondazione omologa ed eterologa.
Come scegliere tra fecondazione omologa ed eterologa?
Scegliere l’impiego dell’una o dell’altra non è affatto semplice e non può essere una decisione presa senza una motivazione medica specifica. Per questo motivo, saranno gli stessi professionisti medici a consigliare l’una o l’altra, dopo un attento studio della singola persona, in modo da creare il percorso più personalizzato possibile.
Il primo passo è eseguire un’accurata anamnesi, che permetta di dare tutti i dati possibili riguardo passati tentativi (naturali e non), cause di infertilità già note, età dei richiedenti e altri possibili fattori di rischio presenti.
Superato questo primo punto, è bene poi intraprendere l’iter diagnostico, con una batteria di esami ormonali (LH, FSH, estradiolo e ormone antimullerano) e strumentali, come l’ecografia per esempio. È possibile poi effettuare la conta della riserva ovarica nella donna o uno spermiogramma nell’uomo, così da verificare la qualità e il numero dei gameti.
In generale, comunque, la fecondazione omologa è applicabile in tutti quei casi in cui è presente:
- un’infertilità maschile di grado lieve o moderato;
- disfunzioni sessuali;
- ripetuti tentativi di concepimento per più di due anni non andati a buon fine;
- in caso di disfunzioni ovulatorie o di infertilità idiopatica cioè senza causa nota.
In genere si arriva all’eterologa quando l’omologa non è stata d’aiuto, per dimostrata sterilità permanente e non trattabile di uno dei partner o dopo diversi insuccessi.
Possono accedere all’eterologa le donne che hanno disturbi ormonali e non rispondono adeguatamente alla stimolazione ormonale, oppure quelle in età medio-avanzata che hanno una ridotta o assente riserva ovarica o se portatrici di un difetto genetico. Per quello che riguarda gli uomini, la donazione del seme è raccomandata in caso di seria alterazione dei parametri seminali (azoospermia, oligoastenozoospermia severa), fallimento di ICSI precedenti o se è portatore di una malattia genetica.
Una forma particolare ma altrettanto importante di fecondazione omologa è quella che riguarda il prelievo di ovociti e la loro crioconservazione: in questo caso, infatti, si tratta a pieno titolo di una forma di fecondazione omologa, in cui i gameti (in questo caso gli ovociti) vengono prelevati dalla stessa paziente.
La differenza sostanziale rispetto alla classica forma omologa è che, in questo caso, le fasi di sviluppo e accrescimento in vitro, la selezione e il successivo impianto in utero, non avvengono contestualmente alla stimolazione e al prelievo, ma solo in un secondo momento, in alcuni casi anche a distanza di anni.
Le situazioni in cui è possibile ricorrere a questa specifica metodica sono molto selezionate: si tratta soprattutto di donne affette da gravi patologie ginecologiche, come lesioni tumorali che necessitano interventi chirurgici o chemio/radioterapici. Lo scopo è quello di “congelare nel tempo” la fertilità della donna, dando la possibilità di applicare in totale tranquillità le terapie adatte (che altrimenti avrebbero causato una sterilità irreversibile) e poi effettuare l’impianto quando le condizioni ritorneranno adeguate.
È possibile, inoltre, effettuare un trattamento combinato: nei casi in cui la stimolazione ovarica ha prodotto numerosi ovociti maturi, la donna può scegliere di utilizzarne una parte per un tentativo immediato e di congelare gli altri, preservandoli per il futuro. Questo può essere sfruttato nell’eventualità di un fallimento del primo tentativo o nel caso in cui la coppia desiderasse una seconda gravidanza, ma risparmiando un’altra seduta di stimolazione ormonale e di conseguente prelievo.