Tra le forme di allergia più diffuse si trovano la rinite allergica, la congiuntivite allergica, la bronchite, l’asma atopica e la dermatite atopica. Mentre tra i maggiori allergeni generalmente si riscontrano le muffe, il polline, il pelo di animali, alcune sostanze chimiche oppure additivi alimentari (sia naturali che artificiali) o spezie.
I sintomi di una reazione allergica si riscontrano maggiormente a livello dell’apparato respiratorio, ma anche a livello dell’apparato digerente e della cute. In risposta al contatto con l’allergene, il sistema immunitario genere delle infiammazioni locali che sembra possano andare ad influenzare negativamente la fertilità di una persona (soprattutto delle donne).
Come una reazione allergica e l’infiammazione influenzano la fertilità
Come già anticipato, in risposta a un allergene, il sistema immunitario crea delle infiammazioni locali e, di conseguenza, si riversano nel torrente sanguigno una serie di cellule infiammatorie.
Tutto il processo infiammatorio e queste cellule infiammatorie in circolo possono andare a influenzare anche l’apparato riproduttivo andando a reagire con gli ormoni responsabili della sessualità (in special modo gli estrogeni, il principale ormone femminile). Tale interazione porta contemporaneamente sia a un aumento nella produzione degli estrogeni che a una maggiore sensibilità agli allergeni stessi.
Per stabilire bene come le allergie vanno a interferire con la fertilità femminile bisogna soffermarsi su fattori molto importanti, come: regolarità del ciclo mestruale, tasso di fertilità e tempo di concepimento (TTP).
Per quanto riguarda la regolarità del ciclo mestruale, diversi studi scientifici hanno evidenziato come l’asma e altre allergie respiratorio provochino irregolarità del ciclo mestruale. In più, è stato riscontrato che le donne con mestruali irregolari presentassero notevoli sintomatologie allergiche. Stando alle ricerche epidemiologiche il 15/20% circa delle donne ha il ciclo mestruale irregolare. Tale condizione può portare poi a una difficoltà nel concepire.
Il tasso di fertilità è in vece un valore che indica il numero di nati vivi per mille donne (quindi quanti bambini sono nati vivi ogni mille donne). Sotto questo punto di vista gli studi scientifici non hanno rilevato particolari differenze tra le donne con allergie (asma e rinite allergica) e le donne senza tali problematiche.
Invece, il tempo di concepimento è un valore che mira a stabilire in quanto tempo una coppia riesce a concepire un figlio. Analizzando la relazione tra tempo di concepimento e asma, uno studio scientifico ha dimostrato che le donne con asma impiegano in media più tempo a concepire rispetto alle donne che non presentano tale condizione. La percentuale di pazienti con asma con un tempo di concepimento superiore a un anno era del 27% rispetto al 21,6% dei pazienti senza problemi di asma.
Da questo studio è stato evidenziato dunque che l’infiammazione cronica ha un impatto significativo sulla fertilità, in quanto aumenta il tempo necessario per il concepimento e le conseguenze dei processi infiammatori che interessano le basse vie respiratorie influenzano il funzionamento del sistema riproduttivo femminile.
Allergie e problemi di infertilità: cosa dicono gli studi scientifici
Riassumendo i risultati ottenuti è possibile dunque dire che gli studi scientifici hanno riscontrate un legame tra le allergie e i problemi di infertilità. Questo perché le donne che soffrono di allergia presentano un ciclo mestruale più irregolare e hanno anche un tempo di concepimento più lungo (impiegano più tempo per concepire) rispetto alle donne che non hanno allergie.
Per quanto riguarda invece il tasso di fertilità, esso non viene influenzato dalla presenza o meno di allergie. Questo valore è infatti simile sia per le donne allergiche che per quelle non allergiche. Quando si è di fronte a una difficoltà nel concepimento e a problemi di fertilità, è possibile comunque avere un figlio ricorrendo alla fecondazione assistita.
Problemi di fertilità, come fare per aver un figlio: la fecondazione assistita
Quando dopo circa un anno di rapporti non protetti e continuativi non si è ancora riusciti a concepire, le evidenze scientifiche consigliano di rivolgersi a un medico per indicare le eventuali cause di questa difficoltà nel concepimento. Una volta che si è di fronte a una diagnosi di infertilità non bisogna temere di non riuscire più ad avere un figlio, ma è invece possibile sapere che esiste come opzione la procreazione medicalmente assistita (o PMA). Tramite queste procedure mediche si riesce ad avere un figlio anche quando tramite rapporti sessuali non si riesce a concepire.
La procedura di più semplice attuazione per ottenere il concepimento è rappresentata dall’inseminazione artificiale. In questo caso la donna è opportunamente preparata con stimolazione ormonale per accogliere lo sperma e anche il campione spermatico dell’uomo è opportunamente preparato e selezionato in laboratorio.
L’inseminazione avviene poi in ambulatorio (senza anestesia o sedazione e senza sala operatoria) tramite una cannula inserita in vagina e poi in utero. Rispetto al rapporto sessuale è una procedura molto vantaggiosa proprio perché vengono selezionati gli spermatozoi di qualità maggiore e perché il processo avviene proprio nel momento di maggiore fertilità della donna.
Parallelamente a questa tecnica si trova invece la fecondazione in vitro, che è invece un po’ più invasiva. In questo caso la fecondazione avviene esternamente al corpo della donna, ovvero in laboratorio su piastra di coltura. La partner femminile viene sottoposta a stimolazione ormonale per ottenere più ovociti da aspirare e poi viene prelevato un campione di sperma dal partner maschile. Lo spermatozoo feconda l’ovulo in vitro e l’embrione viene poi trasferito e impiantato nell’utero della donna.
Queste due tecniche possono essere effettuate anche con fecondazione eterologa, una tecnica nella quale si utilizzano dei gameti esterni alla coppia (quindi o spermatozoo o ovocita oppure entrambi).