L’inseminazione artificiale
Le tecniche di fecondazione assistita di solito sono suddivise in procedure di primo, secondo e terzo livello. Nel primo è inclusa l’inseminazione artificiale che prevede l’introduzione del seme maschile, dopo averlo trattato in laboratorio, nella cavità dell’utero. Ciò in concomitanza con il monitoraggio dell’ovulazione, per facilitare lo spontaneo incontro dei due gameti. Questo è un procedimento consigliato a quelle coppie dove la donna presenta problematiche di ovulazione. Ma anche quando l’uomo presenta condizioni di scarsa motilità o bassa concentrazione dello sperma.
La fecondazione in vitro
Una delle procedure più diffuse in Italia come all’estero è sicuramente quella della fecondazione in vitro. Questo trattamento si basa sull’unione dei gameti esternamente al corpo della donna. Poi solo in seguito si trasferisce l’embrione nell’utero. In questo genere di fecondazione bisogna fare una distinzione tra la FIVET (ovvero la fecondazione in vitro con Embryo Transfer) e la tecnica ICSI. Quest’ultima è un’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo e si suggerisce quando gli spermatozoi hanno seri problemi di motilità.
La FIVET
La Fivet si consiglia quando non si ha avuto alcun riscontro positivo con l’inseminazione artificiale, oppure quando la donna ha delle considerevoli lesioni a livello delle tube di Falloppio o un’endometriosi in stato avanzato. Quando il problema riguarda la qualità spermatica, si può pure eseguire la FIVET mediante lo sperma di un donatore. Questo tipo di fecondazione si basa su una stimolazione ovarica che può avere una durata complessiva che va dai 10 fino ad arrivare a una ventina di giorni. Poi si esegue il prelievo degli ovociti con una sedazione e in sala operatoria. Una volta prelevati gli ovuli, si vanno a posizionare sulla piastra di coltura circondandoli di spermatozoi. Così da poterli fecondare tramite lo sperma del partner. Degli embrioni ottenuti solo i migliori si andranno a trasferire nell’utero della paziente. Si tratta di un procedimento privo di dolore e rapido.
La ICSI
L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi rientra nella fecondazione in vitro. Infatti i primi passaggi sono come quelli della FIVET. Però con la tecnica ICSI lo spermatozoo si inietta direttamente nell’ovocita tramite una piccola cannula.
L’ICSI si consiglia quando gli spermatozoi hanno una qualità scarsa e quando il partner maschile ha problemi a raggiungere l’eiaculazione, oppure ha avuto una vasectomia.
Fecondazione eterologa con ovodonazione
La fecondazione eterologa basata sulla tecnica di ovodonazione, si basa su un tipo di fecondazione assistita nella quale lo spermatozoo oppure l’ovulo non sono dei futuri genitori, ma appartengono a un terzo soggetto che funge da donatore.
Fecondazione eterologa con lo sperma di un donatore
Se i problemi di fecondità derivano dall’uomo, come quando c’è l’assenza di spermatozoi, eventualmente si procede con una fecondazione eterologa tramite lo sperma di un donatore. I campioni attinenti la donazione si sottopongono a una forma di quarantena lunga 6 mesi, così da escludere la presenza di eventuali malattie che si trasmettono sessualmente. In più, così come si attua anche in caso di ovodonazione, si risale a tutta la storia familiare e clinica di chi dona. Questo per poter così escludere il pericolo di malattie genetiche. Quindi solo dopo aver effettuato queste procedure fondamentali, il campione in questione viene utilizzato per i trattamenti di fertilità.
Preservare la fertilità
Allo stato attuale sono inoltre disponibili delle tecniche di preservazione della fertilità. Queste danno la possibilità di rimandare uno stato di gravidanza, quando per esempio una paziente presenta una patologia oncologica. Con questo procedimento si possono crioconservare gli ovociti maturi per adoperarli in seguito, con la medesima eventualità di un risultato positivo presente al momento della vitrificazione.